Banca della Memoria

Il giorno 5 luglio 2008 alle ore 05.00, mio padre Poggesi Ezio, nato a Reggello (FI) il 21/10/1921, moriva all' età di quasi 87 anni, stroncato da un male incurabile, che Voi conoscete benissimo, l' Alzheimer appunto.

E' il figlio Marcello, che Vi scrive e dico ucciso da questo subdolo quanto assurdo male, perché in realtà la vera causa del decesso, nessuno la conoscerà mai: forse bronchite acuta, forse infezione alle vie urinarie, attacco cardiaco, blocco intestinale......chi lo sa. Da anni (quasi 4) mio padre giaceva a letto, ammutolito, senza riconoscere nessuno, a volte sembrava ci fosse un barlume di ragionevolezza nelle frasi strampalate che proferiva.... Ma erano solo questione di attimi, di sussurri, di secondi cha sembravano accendere quella speranza, che giorno dopo giorno si andava spegnendo come una candela finita, come mio padre appunto.

Purtroppo ci dobbiamo rassegnare che nel 2008, nell'era della globalizzazione, delle scoperte genetiche, si possa morire ancora così.

Si è spento con dignità, con grande coraggio, come del resto aveva vissuto tutta la sua vita, fra le braccia di mia madre, che come una mamma premurosa, non lo aveva lasciato un secondo, lo aveva accudito, come si accudisce un bimbo, un neonato, curandolo, coccolandolo, lavandolo, nutrendolo, permeandolo di tanta dolcezza, che veniva comunque ricambiata da sguardi di riconoscenza di mio padre, che si esprimeva con i soliti occhi dolci, che sempre lo avevano caratterizzato, occhi spenti dalla malattia, ma che ancora riuscivano a trasmettere un amore immenso, che è quello che lui ci ha lasciato.
Mia madre, sconvolta sì da tale lutto, ma nello stesso tempo rinfrancata dalla consapevolezza che è, veramente, passato "a miglior vita", dovrà iniziare il lungo (speriamo!!!) cammino della vedova, con il marito nel cuore che non l' abbandonerà un momento, ma con il desiderio e la speranza di ricomporre quel puzzle della vita, che purtroppo la malattia aveva disperso in mille pezzi nella disperazione, nella solitudine (perché anche chi sta vicino a questi malati, soffre della solitudine del compagno), nella voglia di farla finita...!

Perché queste dolci e care persone non muoiano invano ...........................

Poggesi Marcello